Dopo aver inaugurato a Milano, Parigi e Tokyo, Forte Forte, il brand fondato dai fratelli Giada e Paolo Forte nel 2002, apre a Madrid il suo primo store in Spagna, al 72 della calle Claudio Coello.
Lo spazio, per forte_forte, è racconto, e lo è in tutti i suoi store. La materia plasma l’atmosfera e se ne impregna, in una osmosi continua che definisce gli ambienti. Una grammatica riconoscibile di superfici, trattamenti, colori accomuna i diversi spazi, nati dal dialogo creativo tra Giada Forte e Robert Vattilana, ma la narrazione assume di volta in volta una metrica e un tono differenti, dettati dal genius loci. L’inaugurazione della nuova boutique madrilena è l’occasione per un esercizio di contenimento che tocca corde brutaliste senza rinunciare a poesia e delicatezza.
L’eclettismo che è sigla di forte_forte si carica di una energia sensuale polarizzata sull’equilibrio di maschile e femminile, di curve e angoli, di geometria e sentimento. La solennità austera della capitale spagnola, con il suo rigore nordico e a tutta prima alieno alla cultura mediterranea del luogo, istiga e fa da sfondo.
Lo spazio, ampio e arioso, si sviluppa su centoventi metri quadrati, cui si accede da una porta d’angolo di ottone, squadrata e irregolare, con maniglia di pietra verde iraniana green island, circolare.sette vetrine aperte su strada creano porosità luminosa tra esterno e interno, ma a dominare l’ambiente e dettarne il ritmo è il grande pilone centrale bianco – una scultura di piani sfaldati e sfalsati – che affonda nel soffitto e si apre in una raggiera di nervature, quasi una infiorescenza astratta. A partire da questo nucleo, l’irregolaritá muta in armonia.
Il pavimento è fatto di macrotessere di pietra grigia dalle texture mutevoli, piccoli inserti di marmo verde e linee d’ottone; l’ampia parete di fondo è un layering di piani di gesso trattato a mano. Anche il tappeto rosa cipria posato al centro della stanza segue una geometria irregolare, cosí come il blocco rosa acceso del vano scala che ascende dinamicamente al soffitto portando al piano superiore: centosessanta metri quadrati, dedicati parzialmente allo stock.
Una studiata disarmonia di cromie, forme e materie permea il progetto. Agli angoli acuti di sapore brutalista, che si ritrovano nelle poltrone ricoperte di foglia d’oro con cuscini di pelle traforata e nei tavolini di pietra grigia che scopre la presenza di fossili antichi nella texture, si contrappongono forme circolari più decisamente femminili: il camerino di tenda dorata attorniata da una gabbia di assi in ottone, cui si accede attraverso massicce porte ad anta, d’ottone anch’esse, per ritrovarsi in un ambiente color acquamarina che avvolge e abbraccia con un senso di vellutata intimità; la panca semicircolare monolitica con cuscino di pelle; la cassa scultorea in pietra iraniana verde dal profilo sinuoso; gli elementi display di ceramica.
L’ottone, lavorato come tutte le materie a mano, e quindi vivo, è il segno calligrafico che ricorre nella grammatica materica di forte_forte, disegnando in leggerezza le appenderie, il perimetro degli specchi, gli oblò dei camerini, lo chandelier. Gli stessi contrasti di geometria e spontaneità si ritrovano nelle presenze vegetali: piante di strelitzia nicolai, monstera deliciosa, alocasia macrorrhiza e ficus lyrata. L’accumulo di sensazioni e situazioni è sottolineato dai quadri di Laurie Maun e le sculture di Kalou Dubus, sinuosi e femminili, e le ceramiche di ettore sottsass per bitossi, assertive e maschili.
Lo spazio della boutique si presenta come una composizione di frammenti. il racconto, fatto di frasi brevi e contrapposte, è paratattico, ma lo sguardo di insieme rivela una avvolgente ipotassi. Domina un senso di gentile, frivola austerità.